La professionalità: come, quando, perchè ?

In ogni ambito lavorativo si è remunerati per eseguire determinati compiti, dettati dal mansionario di categoria. É evidente cosa si deve fare, ma non sempre è chiaro il “limite”: sottilmente ci viene richiesto qualcosa in più o noi stessi tendiamo a strafare per nostre esigenze interne, spesso recondite e inconsapevoli.
Ma quale  sarebbe il comportamento più conveniente da seguire?
Per gli psicologi, come per altri professionisti,  esiste un’ ETICA condivisa dagli iscritti all’Albo e all’Ordine professionale. Ogni professionista sia in ambito clinico, educativo, artistico… deve conoscere i comportamenti più adatti, per eseguire al meglio l’intervento richiesto. Lavorare a compito favorisce un clima relazionale disteso oltre a far raggiungere in modo corretto gli obiettivi prefissati. Collaborare significa  portare il proprio contributo, essere  assertivi: non  passivi, non aggressivi.
Sarebbe opportuno non stabilire legami troppo stretti con i colleghi: si rischia di uscire dal ruolo professionale per entrare in ambito affettivo-amicale, scivolando così sul piano personale. La concentrazione delle proprie energie sul compito diventa, dunque, una sorta di “toccasana”, che porta ad essere sempre più attenti e responsabili e meno presi da se stessi.

Questa voce è stata pubblicata in Patrizia Tombaccini e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

I'm not a spammer This plugin created by memory cards