Alle radici dell’epistemologia sistemica: la teoria dei sistemi viventi.

Riflessioni sul libro di F.Capra “La Rete Della Vita” (Ed. Rizzoli, 1997).
“La rete della vita” di Fritjof Capra[1]
è stato certamente uno dei libri che più ha inciso nella mia formazione culturale, umana e professionale. Come tutti gli incontri importanti è avvenuto, per caso (o forse dovrei dire “caos” in riferimento all’omonima teoria) nel 1998, un anno dopo la sua pubblicazione e, da allora, ha assunto la funzione di attrattore, ossia di guida e ispirazione personale (in matematica gli attrattori sono dei punti fissi, al centro di un sistema di coordinate, che attraggono la traiettoria, ne determinano cioè la forma).
Il titolo trae spunto da una riflessione di Ted Perry[2] che, ispirandosi al capo indiano Seattle, recita: <Tutto ciò che accade alla Terra, accade ai figli della Terra. L’uomo non tesse la trama della vita; in essa egli è soltanto un filo. Qualsiasi cosa fa alla trama, l’uomo la fa a se stesso>. Frase che riassume e riprende molte riflessioni a cui è giunto anche Bateson[3] in “Verso un’Ecologia della Mente” (1976) e “Dove gli Angeli Esitano” (1989).
Capra descrive come il principale interesse della sua vita di fisico sia stato il cambiamento radicale dei concetti e delle idee della fisica, che ha avuto luogo nei primi decenni del XX° secolo e che è ancora in via di elaborazione nelle attuali teorie della materia. Queste nuove concezioni hanno portato ad un profondo cambiamento nella nostra visione del mondo: dalla visione meccanicistica di Cartesio e Newton ad una visione olistica ed ecologica. Un mutamento di paradigma di portata così vasta da interessare tutto lo scibile e da portare ad una profonda crisi emotiva ed esistenziale tra gli scienziati, proprio come succede nel “Mito della Caverna” di Platone.
Il processo di conoscenza induce, infatti, sempre ad una crisi (gr. krisis: scelta, decisione) che, se superata, conduce ad un nuovo ordine dal caos (entropia negativa, aspetti costruttivistici, creatività, autopoiesi). Sono emersi, quindi, nuovi valori integrativi come: la conservazione, la cooperazione, la qualità e l’associazione e un nuovo modo di pensare che rifugge l’autoassertività (o affermazione del Sé) con il suo operare razionale, analitico, riduzionistico e lineare, in favore dell’intuizione, della sintesi, dell’olismo, della circolarità e… della sacralità. Il merito di Capra è stato quello di spiegare nel modo più semplice possibile concetti difficilissimi, di solito appannaggio di pochi eletti, sulle cui fondamenta poggia la Teoria dei Sistemi Viventi o Ecologia Profonda. Paradigma dominante del XXI° secolo e fonte di ispirazione anche del Milan Approach[4] e della Cibernetica di Secondo Ordine.
Il grande salto da un pensiero lineare a uno circolare si deve alla teoria dei quanti (Heisenberg et al.) negli anni ’20: a livello subatomico gli oggetti materiali solidi della fisica classica si dissolvono in schemi ondulatori di probabilità. Questi schemi, oltretutto, non rappresentano probabilità di “cose”, ma piuttosto probabilità di interconnessioni. Nella teoria dei quanti la materia (le cose) lascia il posto ad una trama complessa di relazioni, dal concetto di massa, tempo e spazio si passa a quello di energia ( la massa non è altro che una forma di energia, vi sono evidenti somiglianze tra la struttura della materia e la struttura della mente).
Per descrivere questi fenomeni, negli anni ’60 e ’70, si è dovuta fondare una nuova matematica. La matematica della complessità, che comprende la teoria del caos (E. Lorenz, Y. Ueda et al.) e la geometria frattale (B. Mandelbrot, Kock et al.). La nuova matematica è una matematica delle relazioni e delle configurazioni (patterns) è qualitativa piuttosto che quantitativa, è un “linguaggio per parlare di nuvole”, allo scopo di descrivere e analizzare la complessità delle forme nel mondo naturale attorno a noi. Per comprenderla è necessario, infatti, visualizzarla, in questo ci sono stati d’aiuto i moderni calcolatori, le teorie cibernetiche e la scoperta dei numeri complessi e immaginari (le radici quadrate dei numeri negativi sono dette “immaginari”, nell’insieme dei numeri complessi ci sono tutte le combinazioni tra numeri reali e immaginari).
Furono, tuttavia, i concetti di sistema aperto e teoria generale dei sistemi di Ludwig von Bertalanffy che, negli anni ’40, consacrarono il pensiero sistemico come importante movimento scientifico. Ludwig von Bertalanffy cominciò la sua carriera come biologo a Vienna, negli anni ’20. Aderì al Circolo di Vienna e, fin dall’inizio, estese il suo lavoro a tematiche filosofiche più ampie. Nel 1968, poco prima di morire, pubblicò la sua “Teoria Generale dei Sistemi”, una teoria formale dei sistemi viventi, che sono aperti, a differenza di quelli non viventi, in cui non vale la seconda legge di termodinamica (entropia), soggetti ad un equilibrio che fluisce (metabolismo proprio), capaci di autoregolazione e autoorganizzazione. Idea perfezionata da Ilya Prigogine (chimico e fisico di origine russa, premio Nobel) con la sua teoria delle strutture dissipative (nei sistemi aperti la dissipazione diviene una sorta di ordine, esistono punti di instabilità in cui possono emergere nuove forme di ordine).
Il grande merito di aver unificato i contributi dei biologi organicisti e dei cibernetici si deve a Umberto Maturana, negli anni ’60, e al suo allievo Francisco Varera, studiosi cileni di neuroscenze (teoria di Santiago, anni ’70 e ‘80), grazie al concetto di autopoiesi, cioè produzione di sé (gr. poiesis: produzione, ma anche poesia). L’intera rete della vita produce continuamente se stessa, nei sistemi viventi il prodotto del loro operare è la loro propria organizzazione (mente come processo). La cognizione diventa un fenomeno biologico, i sistemi viventi sono, infatti, sistemi cognitivi, la mente è l’essenza stessa di essere vivi. Questa organizzazione è valida per tutti gli organismi, con o senza sistema nervoso. La mente diventa sinonimo di processo e la cognizione si fa azione incarnata. “Essere in relazione” vuol dire “conoscere”, l’intelligenza riconquista le sue componenti emotiva e creativa, che hanno l’importante funzione di mediare l’interazione uomo-ambiente.
Questi spunti, come tanti altri contenuti nel libro, ci restituiscono un senso di integrità e danno fondamento a molte intuizioni religiose, artistiche e mitologiche che la scienza moderna aveva sempre accantonato. Questo libro, inoltre, si integra perfettamente con i contributi di Bateson e del Milan Approach. Come psicologa clinica apprezzo il rigore metodologico con cui si è arrivati ad un’impostazione costruttivista e ad una prospettiva ecologica, che “a pelle” mi sono sempre sentita di “abbracciare”. Come apprezzo l’idea di spiritualità immanente e di mente come processo, che restituisce dignità alla Natura (Dio), alla sofferenza (patologia del sistema), ma anche alle potenzialità innate presenti in ciascuno di noi quando ci relazioniamo in modo autentico, responsabile e rispettoso con il nostro ambiente.

 

 


[1]Fritjof Capra: Americano, ha studiato fisica a Vienna e ha consacrato la sua attività specialistica al campo delle alte energie. È autore di numerosi libri dove indaga gli aspetti filosofici del pensiero scientifico, fra cui il bestseller mondiale “Il Tao della fisica” (Ed. Adelfi, 1982).
[2]Ted Perry è professore universitario di cinematografia, ha diretto la “sezione film” al Museo di Arte Moderna a New York. Ha pubblicato diversi articoli sulla relazione tra film e arte moderna e sui più importanti registi.
[3]
Gregory Bateson (1904-1980): è stato un biologo, antropologo, sociologo e psicologo britannico. Si laureò in biologia, ma ben presto il suo interesse passo dalle scienze naturali alle scienze sociali. Fu famoso per aver spiegato la teoria del doppio legame sulla schizofrenia (scuola di Palo Alto). Bateson può essere considerato il padre della terapia familiare ad orientamento sistemico.
[4]
IlMilan Approach, o più precisamente la Scuola di Milano, è un modello sistemico di terapia familiare. I riferimenti teorici della Scuola di Milano sono: Bateson, la Scuola di Palo alto, la teoria generale dei sistemi, la cibernertica di secondo ordine e il costruttivismo. Gli iniziatori di questo modello furono: Mara Selvini Palazzoli, Luigi Boscolo, Gianfranco Cecchin e Giuliana Prata.



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