Diario di un pellegrinaggio in Terra Santa.

<Ai miei compagni di viaggio>.

Un pellegrinaggio in Terra Santa non è un semplice viaggio: è innanzi tutto un’esperienza esistenziale.
La Bibbia dice che Gerusalemme fu costruita da Dio in opposizione a Babele, che invece fu costruita dagli uomini per se stessi. Per questa ragione rappresenta “l’occhio del mondo” ed è la sede delle tre grandi religioni monoteiste: Cristianesimo, Ebraismo e Islam. Gerusalemme è, quindi, la città degli uomini che, rinunciando alla loro hybris, decidono di affidarsi a un’entità superiore e infinita. Simbolo della Custodia francescana di Terra Santa è la croce cosmica, o croce di Gerusalemme: una croce greca, cantonata da altre quattro croci più piccole. Il numero quattro, che rimanda ai quattro punti cardinali e all’infinito sta a significare la presenza cosmica della potenza divina, oltre che ricordare la passione di Cristo e il suo dominio universale: le cinque croci (una grande e quattro piccole), infatti, simboleggiano le cinque piaghe di Gesù sulla croce.
Non occorre essere credenti per subire il fascino di questa città. Gerusalemme incarna la storia del Mondo Antico: le sue culture, le sue contraddizioni. Gerusalemme è un caleidoscopio di sensazioni, idee, culture in costante equilibrio dinamico, pronte ad essere continuamente perturbate. Gerusalemme è la città in cui vizi e virtù umane vengono amplificati in modo esponenziale. Un luogo in cui si sperimenta un grandissimo senso di impotenza, di finitudine, ma anche di pietas per ciò che è la natura umana, con tutte le sue contraddizioni ed incoerenze. È questa pietas che mi rimane nel cuore, ora che sono ritornata a casa, ed è questa pietas che mi fa venire voglia di scrivere, da laica, queste memorie. Credo possano essere uno spunto interessante anche per un non credente e per chi, come me, lavora nel sociale. Continua a leggere

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Alla ricerca dei perché del suicidio

Ho sentito, forte, la necessità di scrivere qualcosa sul suicidio, viste le ultime notizie apprese nei mass media. Il quadro che emerge risulta da quanto segue.
Le vittime del suicidio hanno un’età media di 52 anni, la fascia maggiormente interessata va dai 45 ai 54 anni con un’incidenza del fenomeno (i nuovi casi all’anno) pari al 48,5%. La maggior parte dei suicidi si è registrata nel Nord Italia, in particolare nel Nord-Est, ad uccidersi sono soprattutto gli imprenditori, mentre i tentati suicidi si verificano prevalentemente tra i disoccupati.
Il 2012 può quindi essere considerato un annus orribilis: da gennaio a dicembre sono 68 le persone che hanno deciso di togliersi la vita in Italia, 66 uomini e 2 donne, circa 8 al mese, a cui si aggiungono 20 tentati suicidi da gennaio a settembre. Le motivazioni sembrano essere di origine economica, registrando un’inversione nel trend del triennio precedente (dati aggiornati al 20 dicembre 2012, presi dal sito www.firstonline.info/news).
Treviso, insieme a Venezia, vanta il triste primato del numero più alto di suicidi nel Veneto, che sale a 20 nel 2012. Il più clamoroso è certamente quello del barista 38enne impiccato in piazza S.Vito, nel suo locale, e che ha turbato gli animi dell’intera collettività.

La prima reazione che suscita in me chi decide di togliersi la vita è Continua a leggere

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La rivelazione al bambino adottato

Informare il bambino che è stato adottato è certamente il punto nodale del rapporto adottivo ed il nucleo attorno al quale si addensano tutti i problemi, i conflitti e le ansie che tale rapporto genera. Il racconto della storia della propria nascita contribuisce, per ciascuno di noi, a far luce su un periodo sconosciuto, ma di cui preserviamo una memoria emozionale. I genitori, traducendo in parole questo linguaggio arcaico, fatto di affetti-sensazioni, contribuiscono alla costruzione dell’identità del bambino. Per un genitore adottivo il compito è più difficile perché deve lavorare sul racconto della verità narrabile, ovvero la storia della doppia nascita del bambino. Continua a leggere

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La genitorialità adottiva

La fantasia, il desiderio, di diventare genitori ha origini remote. La genitorialità è una funzione dell’Io presente in tutte le persone, che si sviluppa intorno al settimo/nono mese di vita, quando cioè i bambini giungono gradualmente a rendersi conto di un fatto fondamentale: che le esperienze della loro vita interiore sono potenzialmente condivisibili con altri. L’acquisizione di questa capacità è alla base dello sviluppo dell’empatia: il bambino comincerà infatti a vedere che la madre può avere i suoi stessi bisogni e proverà piacere nel vederli soddisfatti. Continua a leggere

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Il bambino adottato

L’adozione è l’incontro tra una coppia che, generalmente, non riesce a procreare il figlio tanto desiderato e un bambino che, abbandonato o maltrattato non può vivere o continuare a vivere con i propri genitori. Vengono dichiarati in stato di adottabilità i minori che si trovano in stato di abbandono, perchè privi di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi. Questa situazione non deve avere carattere transitorio (art.8 legge 149/2001). La legge italiana (art 1 legge 149/2001) stabilisce infatti il diritto del minore alla propria famiglia. Gli Enti locali, nell’ambito delle proprie competenze e nel limite delle proprie risorse, sono tenuti ad intervenire con misure specifiche per rimuovere le cause economiche, personali e sociali che impediscono alla famiglia di risolvere i propri compiti. Continua a leggere

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Autunno: che malinconia!

Il tempo sta cambiando. Il sole, sempre più timidamente, si affaccia tra le nuvole, la temperatura scende, la nebbia si insinua, l’umidità e/o la pioggia ci vengono a disturbare più del dovuto.
E’ normale sentirsi un po’ giù, accusare malessere. Difetta la luce solare e cala la produzione di serotonina, l’ormone che migliora l’umore, regola l’appetito. Continua a leggere

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Le suggestioni: dimagrire 20 Kg in 20 giorni!

Finite le vacanze, inevitabilmente, si sono annidati in modo subdolo alcuni kg che hanno arrotondato il nostro punto vita.
Che dramma! Quanto è difficile perdere peso!  Quanto facile è recuperare il peso perso!
Si è così vulnerabili che qualunque invito pubblicitario viene immediatamente recepito: l’importante è fare presto e non rinunciare a niente. Ecco la suggestione: senza sacrifici! “Basta prendere le pilloline, il beverone o le erbette e mangiate ciò che volete!”.
In realtà non si ottiene nulla senza impegno e fatica.
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Il lutto

Quando si perde qualcosa di valore, ci si rammarica, si è tristi, infastiditi, nervosi. In questo caso la perdita riguarda l’avere, il possesso sulle cose. Quando si perde qualcuno, un proprio caro, la perdita ci trafigge, è dentro la nostra persona: riguarda l’essere.
Il lutto è un evento di natura psicologica che può esere elaborato in sede clinica. Dopo una prima fase di torpore, in cui non si realizza cosa sia effettivamente successo, iniziano le tre fasi di elaborazione vere e proprie, che sono: la protesta, la disperazione, il distacco.
Dopo essersi resi conto dell’infausto evento, chi resta comincia ad arrabbiarsi, col destino, con la vita, con le persone intorno, con il defunto che l’ha lasciato. Resosi conto che nulla è come prima, il soggetto cade nella più profonda disperazione. Capisce che è veramente “finita” e si sente smarrito, perso, senza volontà (depressione post-luctum). Questa è certamente la fase peggiore da sopportare che può imprigionare l’individuo in una patologia psichica importante. Dopo circa sei mesi (tempo medio) si inizia ad interiorizzare la persona, a sentirla dentro: siamo giunti alla fase del distacco. L’evento luttuoso ha perso quelle tinte forti ed insopportabili.
Rientrano nei momenti critici, in cui è necessaria l’elaborazione di un lutto, anche la fine di una storia d’amore o d’amicizia.

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Lo stalker , se lo conosci lo eviti

Lo stalking è un fenomeno, purtroppo, molto diffuso che consiste nel perseguitare una persona senza rispettare la sua volontà. E’ una forma di molestia oggi penalmente perseguibile.
Si può infastidire una persona con telefonate, sms, incontri apparentemente casuali,  appostamenti  inizialmente “cortesi”, ma che tendono presto a degenerare in minacce, intimidazioni, ricatti… Continua a leggere

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La professionalità: come, quando, perchè ?

In ogni ambito lavorativo si è remunerati per eseguire determinati compiti, dettati dal mansionario di categoria. É evidente cosa si deve fare, ma non sempre è chiaro il “limite”: sottilmente ci viene richiesto qualcosa in più o noi stessi tendiamo a strafare per nostre esigenze interne, spesso recondite e inconsapevoli.
Ma quale  sarebbe il comportamento più conveniente da seguire? Continua a leggere

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